Muzio Scevola

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view post Posted on 7/2/2010, 15:35




Muzio Scevola


Roma a Porsenna, Etruscorum rege, obsidebatur et iam fere capiebatur. Tunc C.Mucius adulescens populum Romanum indignum servitute putat, quia numquam bello victus est neque ab hostibus ullis obsessus est. Ergo Mucius sua sponte penetrare in hostium castra constituit. Sic trans Tiberim navit et ad hostium castra pervenit. In conferta turba prope regium tribunal constitit incognitus. Militibus stipendium dabatur, neque Mucius regem a scriba distinxit: sic scribam pro rege interfecit. Romanus vir statim deprehensus, in vincla coniectus et ante regis tribunal destitutus est. Tunc verba eximia audacia coram Etruscorum exercitum pronuntiavit : "romanus sum – inquit – civis". Facinus temptavi viro Romano dignum, sed erravi. Nonulli autem iuvenes alti sunt a populo meo et mox idem facinus ab aliis strenuis viris temptabitur”. Deinde magna cum audacia dexteram in focum iniecit . Rex verbis facinoribusque Mucii valde permotus est es: “ Nunc – inquit - iure belli liberum te , intactum inviolatumque ad urbem tuam dimitto”. Cum Mucio Romam legati de pacis condicionisbus a Porsenna missi sunt. Animoso iuveni postea Scaevolae a clade dextrae manus cognomen inditum est.


Roma era assediata da Porsenna, re degli etruschi, e già era quasi presa. Allora il giovane Muzio considera il popolo romano indegno di servitù, poichè non fu mai vinto in guerra e non era stato sottomesso da nessun nemico. Dunque Muzio spontaneamente decise di entrare nell'accampamento dei nemici. Così nuotò oltre il Tevere e giunse all'accampamento dei nemici. Nella folla ammassata si fermò sconosciuto vicino al tribunale regio. Ai soldati era dato un salario, Muzio non distinse il re dallo scrivano: così uccise lo scrivano al posto del re. L'uomo romano subito catturato, legato in catene fu portato davanti al tribunale regio. Allora pronunciò parole di esimia audacia contro l'esercito degli etruschi: "sono un cittadino romano, disse. Ho tentato un'impresa degna di un uomo romano ma ho sbagliato. Poi alcuni giovani sono cresciuti dal mio popolo e presto la stessa impresa sarà tantata da altri strenui uomini". Infine con grande audacia gettò la mano destra nel fuoco. Il re fu mosso validamente dalle parole e dalle imprese di Muzio: "Ora - disse - giustamente ti lascio libero dalla guerra, intatto e inviolato alla tua città". Da Porsenna con Muzio vennero mandati ambasciatori sulle condizioni di pace. Al giovane animoso poi dalla perdita della mano destra venne deciso il cognome di Scevola.
 
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